domingo, 25 de octubre de 2009

25.10.2009 - Misa de la Conclusión de la Asamblea por Africa y Sinodo de Obispo


«Nunc sancte nobis Spiritus». Noi preghiamo che la Pentecoste non sia solo un avvenimento del passato, il primo inizio della Chiesa, ma sia oggi, anzi adesso: «nunc sancte nobis Spiritus». Preghiamo che il Signore adesso realizzi l’effusione del suo Spirito e ricrei di nuovo la sua Chiesa e il mondo. Ci ricordiamo che gli apostoli dopo l’Ascensione non hanno iniziato —come forse sarebbe stato normale — a organizzare, a creare la Chiesa futura. Hanno aspettato l’azione di Dio, hanno aspettato lo Spirito Santo. Hanno compreso che la Chiesa non si può fare, che non è il prodotto della nostra organizzazione: la Chiesa deve nascere dallo Spirito Santo. Come il Signore stesso è stato concepito ed è nato dallo Spirito Santo, così anche la Chiesa deve essere sempre concepita e nascere dallo Spirito Santo. Solo con questo atto creativo di Dio noi possiamo entrare nell’attività di Dio, nell’azione divina e collaborare con Lui. In questo senso, anche tutto il nostro lavoro al Sinodo è un collaborare con lo Spirito Santo, con la forza di Dio che ci previene. E sempre dobbiamo di nuovo implorare il compiersi di questa iniziativa divina, nella quale noi possiamo poi essere collaboratori di Dio e contribuire a far sì che di nuovo nasca e cresca la sua Chiesa.

La seconda strofa di questo inno — «Os, lingua, mens, sensus, vigor, / Confessionem personent: / Flammescat igne caritas, / accendat ardor proximos» — è il cuore di questa preghiera. Imploriamo da Dio tre doni, i doni essenziali della Pentecoste, dello Spirito Santo: confessio, caritas, proximos. Confessio: c’è la lingua di fuoco che è «ragionevole», dona la parola giusta e fa pensare al superamento di Babilonia nella festa di Pentecoste. La confusione nata dall’egoismo e dalla superbia dell’uomo, il cui effetto è quello di non poter comprenderci più gli uni gli altri, va superata dalla forza dello Spirito, che unisce senza uniformare, che dà unità nella pluralità: ciascuno può capire l’altro, anche nelle diversità delle lingue. Confessio: la parola, la lingua di fuoco che il Signore ci dà, la parola comune nella quale siamo tutti uniti, la città di Dio, la santa Chiesa, nella quale è presente tutta la ricchezza delle diverse culture. Flammescat igne caritas. Questa confessione non è una teoria ma è vita, e amore. Il cuore della santa Chiesa è l’amore, Dio è amore e si comunica comunicandoci l’amore. E infine il prossimo. La Chiesa non è mai un gruppo chiuso in sé, che vive per sé come uno dei tanti gruppi che esistono nel mondo, ma si contraddistingue per l’universalità della carità, della responsabilità per il prossimo.

Consideriamo uno per uno questi tre doni. Confessio: nel linguaggio della Bibbia e della Chiesa antica questa parola ha due significati essenziali, che sembrano opposti ma che in effetti costituiscono un’unica realtà. Confessio innanzitutto è confessione dei peccati: riconoscere la nostra colpa e conoscere che davanti a Dio siamo insufficienti, siamo in colpa, non siamo nella retta relazione con Lui. Questo è il primo punto: conoscere se stessi nella luce di Dio. Solo in questa luce possiamo conoscere noi stessi, possiamo capire anche quanto c’è di male in noi e così vedere quanto deve essere rinnovato, trasformato. Solo nella luce di Dio ci conosciamo gli uni gli altri e vediamo realmente tutta la realtà.

Mi sembra che dobbiamo tener presente tutto questo nelle nostre analisi sulla riconciliazione, la giustizia, la pace. Sono importanti le analisi empiriche, è importante che si conosca esattamente la realtà di questo mondo. Tuttavia queste analisi orizzontali, fatte con tanta esattezza e competenza, sono insufficienti. Non indicano i veri problemi perché non li collocano alla luce di Dio. Se non vediamo che alla radice vi è il Mistero di Dio, le cose del mondo vanno male perché la relazione con Dio non è ordinata. E se la prima relazione, quella fondante, non è corretta, tutte le altre relazioni con quanto vi può essere di bene, fondamentalmente non funzionano. Perciò tutte le nostre analisi del mondo sono insufficienti se non andiamo fino a questo punto, se non consideriamo il mondo nella luce di Dio, se non scopriamo che alla radice delle ingiustizie, della corruzione, sta un cuore non retto, sta una chiusura verso Dio e, pertanto, una falsificazione della relazione essenziale che è il fondamento di tutte le altre.

Confessio: comprendere nella luce di Dio le realtà del mondo, il primato di Dio e infine tutto l’essere umano e le realtà umane, che tendono alla nostra relazione con Dio. E se questa non è corretta, non arriva al punto voluto da Dio, non entra nella sua verità, anche tutto il resto non è correggibile perché nascono di nuovo tutti i vizi che distruggono la rete sociale, la pace nel mondo.

Confessio: vedere la realtà nella luce di Dio, capire che in fondo le nostre realtà dipendono dalla nostra relazione col nostro Creatore e Redentore, e così andare alla verità, alla verità che salva. Sant’Agostino, riferendosi al capitolo 3° del Vangelo di san Giovanni, definisce l’atto della confessione cristiana con «fare la verità, andare alla luce». Solo vedendo nella luce di Dio le nostre colpe, l’insufficienza della nostra relazione con Lui, camminiamo alla luce della verità. E solo la verità salva. Operiamo finalmente nella verità: confessare realmente in questa profondità della luce di Dio è fare la verità.

Questo è il primo significato della parola confessio, confessione dei peccati, riconoscimento della colpevolezza che risulta dalla nostra mancata relazione con Dio. Ma un secondo significato di confessione è quello di ringraziare Dio, glorificare Dio, testimoniare Dio. Possiamo riconoscere la verità del nostro essere perche c’è la risposta divina. Dio non ci ha lasciati soli con i nostri peccati; anche quando la nostra relazione con la Sua maestà è ostacolata, Egli non si ritira ma viene e ci prende per mano. Perciò confessio è testimonianza della bontà di Dio, è evangelizzazione. Potremmo dire che la seconda dimensione della parola confessio è identica all’evangelizzazione. Lo vediamo nel giorno di Pentecoste, quando san Pietro, nel suo discorso, da una parte accusa la colpa delle persone —avete ucciso il santo e il giusto —, ma, nello stesso momento, dice: questo Santo è risorto e vi ama, vi abbraccia, vi chiama a essere suoi nel pentimento e nel battesimo, come pure nella comunione del suo Corpo. Nella luce di Dio, confessare diventa necessariamente annunciare Dio, evangelizzare e così rinnovare il mondo.

La parola confessio però ci ricorda ancora un altro elemento. Nel capitolo 10° della Lettera ai Romani san Paolo interpreta la confessione del capitolo 30° del Deuteronomio. In quest’ultimo testo sembra che gli ebrei, entrando nella forma definitiva dell’alleanza, nella Terra Santa, abbiano paura e non possano realmente rispondere a Dio come dovrebbero. II Signore dice loro: non abbiate paura, Dio non è lontano. Per arrivare a Dio non è necessario attraversare un oceano ignoto, non sono necessari viaggi spaziali nel cielo, cose complicate o impossibili. Dio non è lontano, non è dall’altra parte dell’oceano, in questi spazi immensi dell’universo. Dio è vicino. È nel tuo cuore e sulle tue labbra, con la parola della Torah, che entra nel tuo cuore e si annuncia nelle tue labbra. Dio è in te e con te, è vicino.

San Paolo sostituisce, nella sua interpretazione, la parola Torah con la parola confessione e fede. Dice: realmente Dio è vicino, non sono necessarie spedizioni complicate per arrivare a Lui, né avventure spirituali o materiali. Dio è vicino con la fede, è nel tuo cuore, e con la confessione è sulle tue labbra. È in te e con te. Realmente Gesù Cristo con la sua presenza ci dà la parola della vita. Così entra, nella fede, nel nostro cuore. Abita nel nostro cuore e nella confessione portiamo la realtà del Signore al mondo, a questo nostro tempo. Mi sembra questo un elemento molto importante: il Dio vicino. Le cose della scienza, della tecnica comportano grandi investimenti: le avventure spirituali e materiali sono costose e difficili. Ma Dio si dona gratuitamente. Le cose più grandi della vita — Dio, amore, verità — sono gratuite. Dio si dà nel nostro cuore. Direi che dovremmo spesso meditare questa gratuità di Dio: non c’è bisogno di grandi doni materiali o anche intellettuali per essere vicini a Dio. Dio si dona gratuitamente nel suo amore, è in me nel cuore e sulle labbra. Questo è il coraggio, la gioia della nostra vita. È anche il coraggio presente in questo Sinodo, perché Dio non è lontano: è con noi con la parola della fede. Penso che anche questa dualità sia importante: la parola nel cuore e sulle labbra. Questa profondità della fede personale, che realmente mi collega intimamente con Dio, deve poi essere confessata: fede e confessione, interiorità nella comunione con Dio e testimonianza della fede che si esprime sulle mie labbra e diventa così sensibile e presente nel mondo. Sono due cose importanti che vanno sempre insieme.

Poi l’inno del quale parliamo indica anche i luoghi in cui si trova la confessione: «os, lingua, mens, sensus, vigor». Tutte le nostre capacità di pensare, parlare, sentire, agire, devono risuonare — il latino usa il verbo «personare» —la parola di Dio. Il nostro essere, in tutte le sue dimensioni, dovrebbe essere riempito da questa parola, che diventa così realmente sensibile nel mondo, che, tramite la nostra esistenza, risuona nel mondo: la parola dello Spirito Santo.

E poi brevemente altri due doni. La carità: è importante che il cristianesimo non sia una somma di idee, una filosofia, una teologia, ma un modo di vivere, il cristianesimo è carita, è amore. Solo così diventiamo cristiani: se la fede si trasforma in carità, se è carità. Possiamo dire che anche logos e caritas vanno insieme. Il nostro Dio è, da un parte, logos, ragione eterna. Ma questa ragione è anche amore, non è fredda matematica che costruisce l’universo, non è un demiurgo; questa ragione eterna è fuoco, è carità. In noi stessi dovrebbe realizzarsi questa unità di ragione e carità, di fede e carità. E così trasformati nella carità diventare, come dicono i Padri greci, divinizzati. Direi che nello sviluppo del mondo abbiamo questo percorso in salita, dalle prime realtà create fino alla creatura uomo. Ma questa scala non è ancora finita. L’uomo dovrebbe essere divinizzato e così realizzarsi. L’unità della creatura e del Creatore: questo è il vero sviluppo, arrivare con la grazia di Dio a questa apertura. La nostra essenza viene trasformata nella carità. Se parliamo di questo sviluppo pensiamo sempre anche a questa ultima meta, dove Dio vuole arrivare con noi.

Infine, il prossimo. La carità non è qualcosa di individuale, ma universale e concreta. L’universalità apre i limiti che chiudono il mondo e creano le diversità e i conflitti. Nello stesso tempo, il fatto che si debba fare qualcosa per l’universalità non è filosofia ma azione concreta. Dobbiamo tendere a questa unificazione di universalità e concretezza, dobbiamo aprire realmente questi confini tra tribù, etnie, religioni all’universalità dell’amore di Dio. E questo non in teoria, ma nei nostri luoghi di vita, con tutta la concretezza necessaria. Preghiamo il Signore che ci doni tutto ciò, nella forza dello Spirito Santo. Alla fine l’inno è glorificazione del Dio trino ed unico e preghiera di conoscere e di credere. Così la fine ritorna all’inizio. Preghiamo affinché possiamo conoscere, conoscere diventi credere e credere diventi amare, azione. Preghiamo il Signore affinché ci doni lo Spirito Santo, susciti una nuova Pentecoste, ci aiuti a essere i suoi servitori in questa ora del mondo. Amen.


Dalla meditazione di Papa BENEDETTO XVI
all’inizio dei lavori della II Assemblea Speciale per l’Africa
del Sinodo dei Vescovi.
Aula del Sinodo, 5 ottobre 2009




RITI DI INTRODUZIONE


Mentre il Santo Padre e i Concelebranti si avviano all’Altare, si esegueno i

Canti d’ingresso


ENWERE M ANURI


(Quale gioia)


Il coro nigeriano:

(Igbo)



Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore.

L’assemblea ripete:  K’ anyi jee n’ulo Chukwu, n’ulo Chukwu.

1.  Enwere m anuri ogem nuru ka ha na ekwu si k’anyi jeenu n’ulo Chukwu. Ngi bu Jerusalem anyi kwuzi n’onu uzo ama gi.  R.

2.  Ewuru Jerusalem dika oke obodo kwusiri ike dika oke obodo kwusiri ike Ebe ahu ka mba nile n’aga mba nile nke Dinwenu.

3.  N’ihi ihunanya nke umunnem. Na ndi enyi mo, anam ekwu si. Udo udo, udo diri gi. N’ihi ihunanya m nwere maka ulo nke Dinwenu. Agam ario mak’odinma gi.  R.

1.  Quale gioia quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!

2.  Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. E là salgono le tribù, le tribù del Signore.

3.  Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su te sia pace». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò il bene.



IUBILATE DEO


La schola:



Applaudite, popoli tutti, acclamate Dio con voci di gioia.

L’assemblea ripete:  Iubilate Deo in voce exsultationis.

SALMO 46


1.  Quoniam Dominus Altissimus, terribilis: * rex magnus super omnem terram.  R.

2.  Subiecit populos nobis * et gentes sub pedibus nostris.  R.

3.  Elegit nobis hereditatem nostram: * gloriam Iacob, quem dilexit.  R.

4.  Psallite Deo, psallite; * psallite regi nostro, psallite.  R.

5.  Quoniam rex omnis terræ Deus, * psallite sapienter.  R.

6.  Regnavit Deus super gentes, * Deus sedet super sedem sanctam suam.  R.

Il Santo Padre:

In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.


R.  Amen.

... saluta l’assemblea:

Pax vobis.

R.  Et cum spiritu tuo.

1.  Perché terribile è il Signore, l’Altissimo, re grande su tutta la terra.

2.  Egli ci ha assoggettati i popoli, ha messo le nazioni sotto i nostri piedi.

3.  La nostra eredità ha scelto per noi, vanto di Giacobbe suo prediletto.

4.  Cantate inni a Dio, cantate inni; cantate inni al nostro re, cantate inni.

5.  Perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte.

6.  Dio regna sui popoli, Dio siede sul trono santo.

Il Santo Padre:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

R.  Amen.

... saluta l’assemblea:

La pace sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.



... introduce la celebrazione e l’atto penitenziale:

Fratelli e sorelle carissimi,
si conclude oggi,
con questa Celebrazione eucaristica,
la II Assemblea speciale per l’Africa
del Sinodo dei Vescovi.

I Padri sinodali, da me guidati,
hanno approfondito i temi della riconciliazione,
della giustizia e della pace,
affinché la Chiesa che è in Africa
possa diventare sempre più
il sale della terra e la luce del mondo
sociale, culturale e religioso.

Nell’affidare al Signore
il frutto dei lavori assembleari,
per disporci degnamente
alla celebrazione dei santi misteri,
riconosciamo con umiltà i nostri peccati.

Dopo una breve pausa di silenzio, il Santo Padre dice:





Il Santo Padre:

Misereatur nostri omnipotens Deus et, dimissis peccatis nostris, perducat nos ad vitam æternam.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.

R.  Amen.



Kyrie (De Angelis)






Gloria (De Angelis)


Il Santo Padre intona il Gloria in excelsis: la schola e l’assemblea lo cantano acclamando a Dio e a Cristo Signore.








Orazione colletta


Il Santo Padre:

Oremus.

Omnipotens sempiterne Deus, da nobis fidei, spei et caritatis augmentum, et, ut mereamur assequi quod promittis, fac nos amare quod præcipis.

Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Preghiamo.

Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


R.  Amen.





LITURGIA DELLA PAROLA


Prima lettura


Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo

Leitura do Livro de Jeremias. 31, 7-9

Eis o que diz o Senhor: «Soltai brados de alegria por causa de Jacob, enaltecei a primeira das nações. Fazei ouvir os vossos louvores e proclamai: “O Senhor salvou o seu povo, o resto de Israel”.

Vou trazê-los das terras do Norte e reuni-los dos confins do mundo. Entre eles vêm o cego e o coxo, a mulher que vair ser mãe a que já deu à luz. É uma grande multidão que regressa.

Eles partiram com lágrimas nos olhos e Eu vou trazê-los no meio de consolações. Levá-los-ei às águas correntes, por caminho plano em que não tropecem. Porque Eu sou um Pai para Israel e Efraim é o meu primogénito».

Dal libro del profeta Geremìa. 31, 7-9

Così dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”.

Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla.


Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».





Salmo responsoriale


Il salmista: dal Salmo 125



Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.

L’assemblea ripete:  Magnificavit Dominus facere nobiscum; facti sumus lætantes.

1.  In convertendo Dominus captivitatem Sion, facti sumus quasi somniantes. Tunc repletum est gaudio os nostrum, et lingua nostra exsultatione.  R.

2.  Tunc dicebant inter gentes: «Magnificavit Dominus facere cum eis». Magnificavit Dominus facere nobiscum; facti sumus lætantes.  R.

3.  Converte, Domine, captivitatem nostram, sicut torrentes in austro. Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent.  R.

4.  Euntes ibant et flebant semen spargendum portantes; venientes autem venient in exsultatione portantes manipulos suos.  R.

1.  Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia.


2.  Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia.


3.  Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

4.  Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.



Seconda lettura


Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek

A reading from the second letter to the Hebrews. 5, 1-6

Brothers and sisters: Every high priest is appointed to help others by offering gifts and sacrifices to God because of their sins.


A high priest has weaknesses of his own, and he feels sorry for foolish and sinful people. That is why he must offer sacrifices for his own sins and for the sins of others.



But no one can have the honor of being a high priest simply by wanting to be one. Only God can choose a priest, and God is the one who chose Aaron. That is how it was with Christ. He became a high priest, but not just because he wanted the honor of being one. It was God who told him, “You are my Son, because today I have become your Father!” In another place, God says, “You are a priest forever just like Melchizedek.”

Dalla lettera agli Ebrei. 5, 1-6


Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.

Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di de bolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.

Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek».





Acclamazione al Vangelo


Mentre il Diacono porta solennemente il Libro dei Vangeli all’ambone, l’assemblea acclama il Cristo presente nella sua Parola.

La schola:



L’assemblea ripete:  Alleluia.

La schola:              Cf 2, Tim 1, 10

Salvator noster Iesus Christus destruxit mortem, et illuminavit vitam per Evangelium.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.



La schola e l’assemblea:  Alleluia.

Vangelo


Rabbunì, che io veda di nuovo!


V.  Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

  Lectio sancti Evangelii secundum Marcum          10, 46-52

R.  Gloria tibi, Domine.

In illo tempore: Proficiscente Iesu de Iericho, et discipulis eius et plurima multitudine, filius Timæi, Bartimæus, cæcus, sedebat iuxta viam mendicans. Qui cum audisset quia Iesus Nazarenus est, coepit clamare et dicere: «Fili David Iesu, miserere mei!».

Et comminabantur ei multi, ut taceret; at ille multo magis clamabat: «Fili David, miserere mei!».

Et stans Iesus dixit: «Vocate illum». Et vocant cæcum dicentes ei: «Animæquior esto. Surge, vocat te». Qui, proiecto vestimento suo, exsiliens venit ad Iesum.

Et respondens ei Iesus dixit: «Quid vis tibi faciam?». Cæcus autem dixit ei: «Rabboni, ut videam». Et Iesus ait illi: «Vade; fides tua te salvum fecit». Et confestim vidit et sequebatur eum in via.

V.  Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

  Dal Vangelo secondo Marco          10, 46-52.

R.  Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.





Il Santo Padre bacia il Libro dei Vangeli in segno di venerazione e benedice con esso l’assemblea.

Intanto si canta:  Alleluia.

Omelia


Il Santo Padre tiene l’omelia.

Segue una pausa di silenzio per la riflessione personale.

Credo


La schola e l’assemblea cantano il Credo, affermando la propria fede.

Il cantore:  Amen. Credo.

L’assemblea:



La schola:

Credo in Deum, Patrem omnipotentem, creatorem cæli et terræ.

La schola:

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra.





La schola:

Et in Iesum Christum, Filium eius unicum, Dominum nostrum: qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus et sepultus; descendit ad inferos.

La schola:

E in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi.





La schola:

Tertia die resurrexit a mortuis; ascendit ad cælos, sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis; inde venturus est iudicare vivos et mortuos.

La schola:

Il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.





La schola:

Credo in Spiritum Sanctum, sanctam Ecclesiam catholicam, Sanctorum communionem, remissionem peccatorum, carnis resurrectionem, vitam æternam.

La schola:

Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna.





Preghiera dei fedeli


Il Santo Padre:

Fratelli carissimi,
rinfrancati dall’ascolto della parola di verità,
che è la buona novella della nostra salvezza,
supplichiamo ora il Signore, affinché,
nella sua grande misericordia,
voglia accogliere le nostre preghiere.

Il cantore:



Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

Francese

1.  Pour l’Eglise universelle et de manière spéciale pour l’Eglise du Christ qui est dans le grand Continent africain.

Nous te prions, Seigneur, de combler de bénédictions ton épouse, afin qu’elle puisse continuer à te servir avec fidélité et un coeur pur, en cheminant sur les sentiers de la réconciliation, de la justice et de la paix, ainsi que de l’annonce de l’Evangile.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

1.  Per la Chiesa universale e in modo speciale per la Chiesa di Cristo che è nel grande continente africano.

Ti preghiamo, Signore, di ricolmare di benedizioni la tua sposa, affinché possa continuare a servirti con fedeltà e cuore puro, camminando per i sentieri della riconciliazione, della giustizia e della pace, nonché dell’annuncio del Vangelo.



Kikongo

2.  Sambu na papa na beto Benoit ya kumi na sambanu, ngungi ya mameme nionso ya mfumu Yezu Cristo.

Mfumu, beto kele kubondila ngeye, na kukwamisa lukwikilu ya kilandi na ngeye na ntoto yayi, mpila nde yandi mpi kukwamisa na lukwikilu na ngeye, nde, ngeye mosi nzambi ya makieleka, kukumaka muntu sambu na lugulusu na beto.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

2.  Per il Santo Padre Benedetto XVI, pastore dell’universale gregge di Cristo.


Ti preghiamo, Signore, di confermare nella fede il tuo Vicario sulla terra, affinché possa a sua volta confermarci nella fede in te, unico vero Dio, fattosi uomo per la nostra salvezza.



Malagasy

3.  Ho an’ireo mpitondra fanjakana rehetra, indrindra ireo manampahefana sivily sy miaramila any afrika.

Mitalaho aminao zahay ry tompo, tsilovy fo amantsaina izy ireo mba tsy hikatsaka ny tombontsoany manokana fa hikendry izay tena mahasoa ireo vahoaka entiny sy natao ho tompoiny.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

3.  Per coloro che governano le nazioni e in particolare per le autorità civili e militari dei Paesi africani.

Ti preghiamo, Signore, di illuminare i cuori dei governanti, affinché non cerchino il proprio interesse, bensì il vero bene di coloro che sono chiamati a guidare e a servire.



Swahili

4.  Kwa ajili ya Maaskofu na Mapadre Barani Afrika.

Tunakuomba Ee Bwana, Mwaka huu maalum wa Mapadre, uweze kuwahifadhi watumishi wako, ili waimarike katika imani, matumaini, mapendo ya kichungaji, pamoja na uaminifu katika shughuli zao za maisha ya kipadre, wakionesha mshikamano wa umoja kati yao na Khalifa wa Mtakatifu Petro.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

4.  Per i vescovi ed i sacerdoti del continente africano.

Ti preghiamo, Signore, in questo speciale Anno sacerdotale, di sostenere i tuoi ministri, affinché siano confermati nella fede, nella speranza, nella carità pastorale, nella fedeltà agli impegni della vita sacerdotale e nell’unità tra loro e con il Sommo Pontefice.



Igbo

5.  Maka ndi niile hapugoro uwaa, ọkachasi ndi nwuru site n’ikpe mmegide na ndi niile butere anyi ozioma ji ha ndu chụa aja maka ọkwụkwe.

Ka Chineke ji ike niile nabata ha n’otito nke mbilite n’ọnwu, ka ha weere keta oke n’udo na anuri nke ndu ebebe. Anyi ariọ Gi Dinwenu.

Il cantore:  Dominum oremus.

R.  Adveniat regnum tuum.

5.  Per tutti i defunti, in particolare per le vittime delle varie forme di ingiustizia e sopraffazione.


Ti preghiamo, Signore, di accogliere nella gloria della risurrezione i nostri fratelli defunti, in particolare i missionari e le missionarie che hanno dato nel sangue la suprema testimonianza della fede, affinché possano godere la gioia e il refrigerio della vita del cielo.



Il Santo Padre:

O Padre,
che chiami l’intera umanità, da te creata,
a conoscerti e a servirti nell’amore,
ascolta le preghiere che ti eleviamo
per tutta la Chiesa
e in modo speciale per la Chiesa
e per gli uomini della terra africana.

Possa la tua mano rivolgersi benedicente
su di noi e sul mondo intero.
Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.



LITURGIA EUCARISTICA


Mentre vengono portate al Santo Padre le offerte per il sacrificio si esegue il

Canto di offertorio


TEWO GBEBOWA


(Ricevi il nostro sacrificio)


Il coro nigeriano:

(Yoruba)







R.  Ricevi il nostro sacrificio.

Padre nostro, ricevi il nostro sacrificio.

Padre onnipotente, a te noi offriamo questo sacrificio.

Ricevi il nostro sacrificio.

1.  Baba egbewa Papa awon lawa rubo si o, tewo gbe’bo wa. Awon aropo Papa awon lawa rubo si o, tewo gb’ebo wa. Gbogbo kristiani awon lawa rubo si o tewo gb’ebo wa.  R.

2.  Awa Pelu Maria iwo lawa rubo si o tewo gb’ebo wa. Awa pelu Josefu iwo lawa rubo si o, tewo gb’ebo wa. Awa pelu Peteru iwo lawa rubo si o tewo gb’ebo wa.  R.

Il Santo Padre:

Orate, fratres: ut meum ac vestrum sacrificium acceptabile fiat apud Deum Patrem omnipotentem.

R.  Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram totiusque Ecclesiæ suæ sanctæ.

1.  Ti offriamo questo sacrificio per il nostro padre il Papa. Ti offriamo questo sacrificio per i suoi collaboratori. Ti offriamo questo sacrificio per tutti i cristiani.

2.  Con Maria noi ti offriamo questo sacrificio. Con Giuseppe ti offriamo questo sacrificio. Con San Pietro ti offriamo questo sacrificio.


Il Santo Padre:

Pregate fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.


R.  Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.



Orazione sulle offerte


Il Santo Padre:

Respice, quæsumus, Domine, munera quæ tuæ offerimus maiestati, ut, quod nostro servitio geritur, ad tuam gloriam potius dirigatur.

Per Christum Dominum nostrum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Guarda, Signore, i doni che ti presentiamo: quest’offerta, espressione del nostro servizio sacerdotale, salga fino a te e renda gloria al tuo nome.

Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.



PREGHIERA EUCARISTICA I


Il Santo Padre invita l’assemblea a innalzare il cuore verso il Signore nell’orazione e nell’azione di grazie, e l’associa a sé nella solenne preghiera che, a nome di tutti, rivolge al Padre per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo.

Prefazio


La missione dello Spirito nella Chiesa


Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

Sursum corda.

R.  Habemus ad Dominum.

Gratias agamus Domino Deo nostro.

R.  Dignum et iustum est.

Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere: Domine, sancte Pater, omnipotens æterne Deus.

Qui singulis quibusque temporibus aptanda dispensas, mirisque modis Ecclesiæ tuæ gubernacula moderaris.

Virtute enim Spiritus Sancti ita eam adiuvare non desinis, ut subdito tibi semper affectu nec in tribulatione supplicare deficiat, nec inter gaudia gratias referre desistat, per Christum Dominum nostrum.

Et ideo, choris angelicis sociati, te laudamus in gaudio confitentes:

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

In alto i nostri cuori.

R.  Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

R.  È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.

In ogni tempo tu doni energie nuove alla tua Chiesa e lungo il suo cammino mirabilmente la guidi e la proteggi.

Con la potenza del tuo Santo Spirito le assicuri il tuo sostegno, ed essa, nel suo amore fiducioso, non si stanca mai d’invocarti nella prova, e nella gioia sempre ti rende grazie per Cristo nostro Signore.

Per mezzo di lui cieli e terra inneggiano al tuo amore; e noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine la tua gloria:



Sanctus (De Angelis)


La schola: L’assemblea:



La schola:



Preghiera per la Chiesa universale e i suoi pastori ...

Il Santo Padre:

Te igitur, clementissime Pater, per Iesum Christum, Filium tuum, Dominum nostrum, supplices rogamus ac petimus, uti accepta habeas et benedicas hæc dona, hæc munera, hæc sancta sacrificia illibata, in primis, quæ tibi offerimus pro Ecclesia tua sancta catholica: quam pacificare, custodire, adunare et regere digneris toto orbe terrarum: una cum me indigno famulo tuo, quem Ecclesiæ tuæ præesse voluisti, et omnibus orthodoxis atque catholicæ et apostolicæ fidei cultoribus.

... e per l’assemblea.

Un Concelebrante:

Memento, Domine, famulorum famularumque tuarum N. et N. et omnium circumstantium, quorum tibi fides cognita est et nota devotio, pro quibus tibi offerimus: vel qui tibi offerunt hoc sacrificium laudis, pro se suisque omnibus: pro redemptione animarum suarum, pro spe salutis et incolumitatis suæ: tibique reddunt vota sua æterno Deo, vivo et vero.

Memoria dei Santi.

Un altro Concelebrante:

Communicantes, et memoriam venerantes, in primis gloriosæ semper Virginis Mariæ, Genetricis Dei et Domini nostri Iesu Christi: sed et beati Ioseph, eiusdem Virginis Sponsi, et beatorum Apostolorum ac Martyrum tuorum, Petri et Pauli, Andreæ, Iacobi, Ioannis, Thomæ, Iacobi, Philippi, Bartholomæi, Matthæi, Simonis et Thaddæi: Lini, Cleti, Clementis, Xysti, Cornelii, Cypriani, Laurentii, Chrysogoni, Ioannis et Pauli, Cosmæ et Damiani et omnium Sanctorum tuorum; quorum meritis precibusque concedas, ut in omnibus protectionis tuæ muniamur auxilio.

Il Santo Padre:

Hanc igitur oblationem servitutis nostræ, sed et cunctæ familiæ tuæ, quæsumus, Domine, ut placatus accipias: diesque nostros in tua pace disponas, atque ab æterna damnatione nos eripi et in electorum tuorum iubeas grege numerari.

Il Santo Padre:

Padre clementissimo, noi ti supplichiamo e ti chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, di accettare questi doni, di benedire queste offerte, questo santo e immacolato sacrificio. Noi te l’offriamo anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell’unità e la governi su tutta la terra, con me indegno tuo servo che hai posto a capo della tua Chiesa, e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli.

... e per l’assemblea.

Un Concelebrante:

Ricordati, Signore, dei tuoi fedeli N. e N. Ricordati di tutti i presenti, dei quali conosci la fede e la devozione: per loro ti offriamo e anch’essi ti offrono questo sacrificio di lode, e innalzano la preghiera a te, Dio eterno, vivo e vero, per ottenere a sé e ai loro cari redenzione, sicurezza di vita e salute.


Memoria dei Santi.

Un altro Concelebrante:

In comunione con tutta la Chiesa, ricordiamo e veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo, san Giuseppe, suo sposo, i santi apostoli e martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio e Cipriano, Lorenzo, Crisogono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano e tutti i santi; per i loro meriti e le loro preghiere donaci sempre aiuto e protezione.


Il Santo Padre:

Accetta con benevolenza, o Signore, l’offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti.



Invocazione a Dio perché consacri questi doni.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Quam oblationem tu, Deus, in omnibus, quæsumus, benedictam, adscriptam, ratam, rationabilem, acceptabilemque facere digneris: ut nobis Corpus et Sanguis fiat dilectissimi Filii tui, Domini nostri Iesu Christi.


Racconto dell’istituzione.

Qui, pridie quam pateretur, accepit panem in sanctas ac venerabiles manus suas, et elevatis oculis in cælum ad te Deum Patrem suum omnipotentem, tibi gratias agens benedixit, fregit, deditque discipulis suis, dicens:


Accipite et manducate ex hoc omnes: hoc est enim Corpus meum, quod pro vobis tradetur.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Santifica, o Dio, questa offerta con la potenza della tua benedizione, e degnati di accettarla a nostro favore, in sacrificio spirituale e perfetto, perché diventi per noi il Corpo e il Sangue del tuo amatissimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.

Racconto dell’istituzione.

La vigilia della sua passione, egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, e alzando gli occhi al cielo a te Dio Padre suo onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.



Il Santo Padre presenta al popolo l’ostia consacrata e genuflette in adorazione.

Simili modo, postquam cenatum est, accipiens et hunc præclarum calicem in sanctas ac venerabiles manus suas, item tibi gratias agens benedixit, deditque discipulis suis, dicens:

Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.

Hoc facite in meam commemorationem.

Dopo la cena, allo stesso modo, prese questo glorioso calice nelle sue mani sante e venerabili, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:


Accipite et bibite ex eo omnes: hic est enim calix Sanguinis mei novi et æterni testamenti, qui pro vobis et pro multis effundetur in remissionem peccatorum.

Fate questo in memoria di me.



Il Santo Padre presenta al popolo il calice e genuflette in adorazione.

Il Santo Padre:

Mysterium fidei.

Il Santo Padre:

Mistero della fede.



L’assemblea:





Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.


Memoriale e offerta.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

Unde et memores, Domine, nos servi tui, sed et plebs tua sancta, eiusdem Christi, Filii tui, Domini nostri, tam beatæ passionis, necnon et ab inferis resurrectionis, sed et in cælos gloriosæ ascensionis: offerimus præclaræ maiestati tuæ de tuis donis ac datis hostiam puram, hostiam sanctam, hostiam immaculatam, Panem sanctum vitæ æternæ et Calicem salutis perpetuæ.

Memoriale e offerta.

Il Santo Padre e i Concelebranti:

In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore; e offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell’eterna salvezza.



Invocazione a Dio perché accetti questo sacrificio ...

Supra quæ propitio ac sereno vultu respicere digneris: et accepta habere, sicuti accepta habere dignatus esmunera pueri tui iusti Abel, et sacrificium Patriarchæ nostri Abrahæ, et quod tibi obtulit summus sacerdos tuus Melchisedech, sanctum sacrificium, immaculatam hostiam.

... e ci doni la sua grazia.

Supplices te rogamus, omnipotens Deus: iube hæc perferri per manus sancti Angeli tui in sublime altare tuum, in conspectu divinæ maiestatis tuæ; ut, quotquot ex hac altaris participatione sacrosanctum Filii tui Corpus et Sanguinem sumpserimus, omni benedictione cælesti et gratia repleamur.

Volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno, come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto, il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede, e l’oblazione pura e santa di Melchisedech, tuo sommo sacerdote.



... e ci doni la sua grazia.

Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo Angelo santo, sia portata sull’altare del cielo davanti alla tua maestà divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo.



Preghiera di intercessione per i defunti ...

Un Concelebrante:

Memento etiam, Domine, famulorum famularumque tuarum N. et N., qui nos præcesserunt cum signo fidei, et dormiunt in somno pacis.

Ipsis, Domine, et omnibus in Christo quiescentibus, locum refrigerii, lucis et pacis, ut indulgeas, deprecamur.

... e per la nostra felicità eterna.

Un altro Concelebrante:

Nobis quoque peccatoribus famulis tuis, de multitudine miserationum tuarum sperantibus, partem aliquam et societatem donare digneris cum tuis sanctis Apostolis et Martyribus: cum Ioanne, Stephano, Matthia, Barnaba, Ignatio, Alexandro, Marcellino, Petro, Felicitate, Perpetua, Agatha, Lucia, Agnete, Cæcilia, Anastasia et omnibus Sanctis tuis: intra quorum nos consortium, non æstimator meriti, sed veniæ, quæsumus, largitor admitte.

Il Santo Padre:

Per Christum Dominum nostrum. Per quem hæc omnia, Domine, semper bona creas, sanctificas, vivificas, benedicis, et præstas nobis.
Un Concelebrante:

Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli N. e N., che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace.


Dona loro, Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace.


... e per la nostra felicità eterna.

Un altro Concelebrante:

Anche a noi, tuoi ministri, peccatori, ma fiduciosi nella tua infinita misericordia, concedi, o Signore, di aver parte nella comunità dei tuoi santi apostoli e martiri: Giovanni, Stefano, Mattia, Barnaba, Ignazio, Alessandro, Marcellino e Pietro, Felicita, Perpetua, Agata, Lucia, Agnese, Cecilia, Anastasia e tutti i santi: ammettici a godere della loro sorte beata non per i nostri meriti, ma per la ricchezza del tuo perdono.

Il Santo Padre:

Per Cristo nostro Signore tu, o Dio, crei e santifichi sempre, fai vivere, benedici e doni al mondo ogni bene.



Lode alla Trinità.

Il Santo Padre e i Concelebranti:





L’assemblea:





RITI DI COMUNIONE


Preghiera del Signore


Il Santo Padre:



L’assemblea:







Il Santo Padre:

Libera nos, quæsumus, Domine, ab omnibus malis, da propitius pacem in diebus nostris, ut, ope misericordiæ tuæ adiuti, et a peccato simus semper liberi et ab omni perturbatione securi: exspectantes beatam spem et adventum Salvatoris nostri Iesu Christi.

Il Santo Padre:

Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l’aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.



L’assemblea:



Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Rito della pace


Il Santo Padre:

Domine Iesu Christe, qui dixisti Apostolis tuis: Pacem relinquo vobis, pacem meam do vobis: ne respicias peccata nostra, sed fidem Ecclesiæ tuæ; eamque secundum voluntatem tuam pacificare et coadunare digneris.

Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Pax Domini sit semper vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

Il Santo Padre:

Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace», non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

La pace del Signore sia sempre con voi.

R.  E con il tuo spirito.



Il Diacono:



I presenti si scambiano un gesto di pace, come segno di comunione fraterna.

Mentre il Santo Padre spezza il pane eucaristico, si canta:

Eyen eron (Agnus Dei)


Il coro nigeriano:

(Efik)





Il Santo Padre:

Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi. Beati qui ad cenam Agni vocati sunt.

L’assemblea:

Domine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo, et sanabitur anima mea.

Il Santo Padre:

Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

L’assemblea:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.



Il Santo Padre e i Concelebranti si comunicano al Corpo e al Sangue di Cristo.

Anche i fedeli ricevono la comunione.

Canti di comunione


La schola: Io 13, 34



Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: che vi amiate a vicenda, come io ho amato voi.


L’assemblea ripete:  Mandatum novum do vobis: ut diligatis invicem, sicut dilexi vos, dicit Dominus.

SALMO 118


1.  Beati immaculati in via: * qui ambulant in lege Domini.  R.

2.  In mandatis tuis exercebor: * et considerabo vias tuas.  R.

3.  Viam mandatorum tuorum curram, * quia dilatasti cor meum.  R.

4.  Ecce concupivi mandata tua: * in iustitia tua vivifica me.  R.

5.  Et ambulabo in latitudine: * quia mandata tua exquisivi.  R.

6.  Et delectabor in præceptis tuis, * quæ dilexi.  R.

7.  Quomodo dilexi legem tuam. Domine! * tota die meditatio mea est.  R.

8.  Quam dulcia faucibus meis eloquia tua, * super mel ori meo!  R.

1.  Beato l’uomo di integra condotta, * che cammina nella legge del Signore.

2.  Voglio meditare i tuoi comandamenti, * considerare le tue vie.

3.  Corro per la via dei tuoi comandamenti, * perché hai dilatato il mio cuore.

4.  Ecco, desidero i tuoi comandamenti; * per la tua giustizia fammi vivere.

5.  Sarò sicuro nel mio cammino, * perché ho ricercato i tuoi voleri.

6.  Gioirò per i tuoi comandi * che ho amati.


7.  Quanto amo la tua legge, Signore; * tutto il giorno la vado meditando.

8.  Quanto sono dolci al mio palato le tue parole: * più del miele per la mia bocca.



MUNZO YA (Signore siamo qui)


Il coro nigeriano:

(Hausa)







R.  Siamo venuti, Signore, siamo venuti.
Siamo venuti a te, Signore, siamo venuti.
Benedicici, Signore, siamo venuti a te.
Dolce Sacramento,
siamo venuti, Signore, siamo venuti,
siamo venuti a te, Signore, siamo venuti.
Benedicici, Signore, siamo venuti a te.

1.  Sacramenti mai dadi mun zo. Zuwa bikin mai sarki mun zo. O ya ubangiji Allahna mun zo. A gaban bagadinka mun durkusa zuwa Yukaristi mai sarki mun zo ka albarkacemu Jesu mun zo jikin da jininka, zamu karbi, Jesu mai dai kalbarkace yayanka Jesu maidai mun zoo oo sacramenti mai dadi munzo.  R.


2.  Nine, gurasa mai rai, wanda ya zo wurina ba zai ji yunwa ba wanda ya bada gaskiya ba zai ji kishi ba ba mai zuwa gareni, sai ta wurin ubana.  R.

3.  Sai kaci daga jikin dan mutum kuma kasha jininsa o, ba zaka samu rai a cikin ka ba wallahi sai ka ci daga jikin dam mutum kuma ka sha jininsa o, ba zaka samu rai acikin ka ba.  R.

1.  Dolce Sacramento, siamo venuti. Al santo banchetto siamo venuti. O Signore, nostro Dio, siamo venuti. Ci inchiniamo davanti al tuo altare. Alla santa Eucaristia siamo venuti. Benedici, o Gesù, noi che siamo venuti. Riceveremo il tuo corpo e il tuo sangue, dolce Gesù. Benedici i tuoi figli, dolce Gesù. Dolce Sacramento siamo venuti.

2.  Io sono il pane di vita, chi viene da me non avrà fame, chi crede in me non avrà sete. Nessuno può venire a me se non per mezzo del Padre.

3.  Se non mangiate il corpo del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi. In verità se non mangiate il corpo del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi.



Pausa di silenzio per la preghiera personale.

Orazione dopo la comunione


Il Santo Padre:

Oremus.

Perficiant in nobis, Domine, quæsumus, tua sacramenta quod continent, ut, quæ nunc specie gerimus, rerum veritate capiamus.


Per Christum Dominum nostrum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Preghiamo.

Signore, questo sacramento della nostra fede compia in noi ciò che esprime e ci ottenga il possesso delle realtà eterne, che ora celebriamo nel mistero.

Per Cristo nostro Signore.

R.  Amen.



RITI DI CONCLUSIONE


Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

V.  Sit nomen Domini benedictum.

R.  Ex hoc nunc et usque in sæculum.

V.  Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R.  Qui fecit cælum et terram.

V.  Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

V.  Sia benedetto il nome del Signore.

R.  Ora e sempre.

V.  Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

R.  Egli ha fatto cielo e terra.

V.  Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

R.  Amen.



Il Diacono:



La Messa è finita: andate in pace.

R.  Rendiamo grazie a Dio.

Canti di conclusione


AVE MARIA


Il coro nigeriano:

(Igbo)



Anyi na ndi muoma kele I n’ekwe.

L’assemblea ripete:  Cuore immacolato di Maria, amabilissimo, noi e gli Angeli ti salutiamo, e cantiamo.

2.  Wer’obi ebere, O Nne nke gratia, ... Na enekwasi anya na mkpa nke umu I.  R.

3.  Ka I nye ndi kpuru isi onyinye nke ihe, ... Riotara ndi ome njo gratia nke nlogha.  R.

4.  I bu Nne nke Jesu, Nne ndi kwerenu ... Otito ndi di nso, nchedo nke ndi njo.  R.


5.  Na ezi-na-ulo anyi tinye otu obi... Debe n’obodo anyi ndokwa nke Chukwu.  R.

2.  Con il tuo cuore misericordioso, o Madre di Grazia, guarda ai bisogni dei tuoi figli.

3.  Da’ ai ciechi il dono di luce. Chiedi per i peccati la grazia della conversione

4.  Sei la Madre di Cristo, la Madre di tutti i credenti, la gloria dei santi e il rifugio dei peccatori

5.  Nelle nostre famiglie porta l’unità. A noi la pace di Dio.



Il coro etiopico:

(Ge’ez)



In verità in verità.
L’assemblea sinodale è un cammino di verità.



L’assemblea si scioglie lodando e benedicendo il Signore.

27.04.2017 - Homilia

06:35 - 16:00

Hoy miles de catalanes, y peregrinos del resto de España, miraran aquella montaña, preciosa, aquel monte cerrado, en catalán, Montserrat.

06:55

Al mirar la hornacina que contiene esa imagen bellísima, preciosa, de la "Moreneta", esa imagen románica, que custodia aquellas tierras hermosas. Si se fijan, verán que la hornacina está rodeada de los Siete Sacramentos.

07:10

De la representación del Septenario Sacramental y esto es muy interesante, porque hay ver siempre todo en su contexto.

07:20

Es muy significativo que aquel Monasterio Benedictino, enmarque a la Santísima Virgen, en ese encuadre Pascual, que suponen los Sacramentos. Porque nosotros celebramos la Pascua de Cristo con los Sacramentos Pascuales, Es decir, no decimos que Cristo ha Resucitado, bautizamos.

No solamente decimos que Cristo ha enviado Su Espíritu, confirmamos. No decimos que Cristo está vivo, sino que, partimos el Pan de Vida y repartimos la Copa de la Salvación.

07:55

Y así, sucesivamente. Los Siete Sacramentos son la expresión Celebrativa de la Fuerza de Cristo. De que Cristo está Vivo, y que es el Viviente y que comunica, el Espíritu de Vida.

08:09

Pero si, volviendo a la Fiesta que hoy celebramos, en recuerdo a la Virgen llamada en cataluña de Montserrat, y nos fijamos en el Séptimo (dentro de los siete casetones).

08:23

En el Sacramento que nos habla del Orden, dice así:

"Cristo es el Sacerdote."

Y lo dice de esta manera: María es el Templo en el que Cristo es Sacerdote. María es el Templo en el que Cristo, se hizo Sacerdote.

08:41

Qué belleza, Cristo es Sacerdote, a partir de la Encarnación en el Vientre de María. Y Aquél a quien los Cielos no podían contener, se ha dejado contener en el Vientre de una mujer.

08:54

¿Por qué digo esto?

Porque la Fuerza de la Pascua de Cristo continua en el Cielo, por el Sacerdocio de Cristo.

09:04

Hoy hemos comenzado la Misa diciendo:

"Para que Jesucristo, nuestro Sumo Sacerdote", que intercede en favor nuestro. Eso es la experiencia de la Pascua, la certeza de que Jesucristo, está ante el Trono del Padre, intercediendo por nosotros.

09:21

Esa intercepción de Cristo como Sacerdote, como Mediador, como Pontífice, (Pontífice es el que hace un puente), esa Mediación nos asegura, la perenne efusión del Espíritu.

09:36

Lo que ocurrió en la Cruz, que Cristo entregó Su Espíritu, lo que ocurrió el Día de Pascua, que Cristo Sopló sobre ellos, dándole Su Espíritu de Vida.

09:44

Ocurre ahora en los Sacramentos, porque Cristo está intercediendo por nosotros, Cristo es el Sacerdote.

09:52

En Pascua, llamamos a Cristo, Sacerdote, es más, el Sumo Sacerdote, el Único Sacerdote.

10:00

Porque sacerdote, significa "mediador", el que hace un puente, "pontífice", y la Mediación entre Dios y el hombre pasa por la Humanidad de Jesús.

10:09

Decidme si no hay razón para cantar profusamente ALELUYA. Porque este Aleluya, que significa: "Alabad a Yahvé". Aleluya, "Alabad a Yahvé".

10:20

Esta Alabanza la pone en nuestras manos, levantandolas el Mismo Jesucristo, que intercede con Sus Manos Levantadas.

10:28

Es más, murió en la Cruz, como Sacerdote, con las manos levantadas y murió y así está eternamente ante el Padre.

10:37

Simbolicamente hablando, con las manos levantadas ante el Padre. Intercediendo por ti, que estás enfermo, por tí, que estás deprimida, por tí, que no encuentras trabajo.

10:46

Por el que no ve las cosas como tiene que verlas, intercediendo por mi en el Corazón de Cristo, estás tú, y estoy yo.

10:55

Hoy puedes decir, no puedo estar solo, y puedo cantar Aleluya, y puedo Alabar a Dios.

11:02

Porque me puedo unir, estoy bautizado, me puedo unir a la Alabanza de Cristo. A la Liturgia del Cielo, a la Liturgia Celeste, esto es un ensayo general. Hay que desgañitarnos cantando el Aleluya, porque será la unica palabra, junto con la palabra Amen, que diremos en el cielo.

11:22

En el Cielo ya nunca rezaremos el Padre Nuestro, no habéis pensado nunca en eso, nunca diremos en el Cielo, Venga Tu Reino, ya no habrá que decirlo. ¿que diremos en el Cielo?

11:36

Reina el Señor, Dueño de Todo, Alegremonos y Gozemos, y Démosle gracias, Aleluya, Alabad al Señor, Alabanza al Señor y decimos Amen, Amen.

11:47

Esto es una realidad, cada vez que decimos Amen aquí estamos diciendo es lo que diremos en el cielo.

11:55

Es un Plan gozemos en ese Plan de Dios, eso si, pedir que ese Plan alcance a todos.

12:03

Es la Evangelización de la Liturgia a la Evangelización, de la Evangelización a la Catequesis, el que Alaba a Dios, el que Canta Aleluya,

12:12

Se apena de que el otro no cante. El autentico adorador de Dios, se preocupa del otro, decía un Santo: El Auténtico Adorador no es el que hinca las rodillas, sino el que se remanga las manos, ese es el Auténtico Adorador, es decir, la Adoración a Dios, pasa por el servicio, por la preocupación del otro.

12:35

Acabo esta Homilia diciendo, que día tan precioso, contemplad a Cristo como Sacerdote. Esas Lecturas Bíblicas que hemos escuchados, como el Apóstol, nosotros queremos anunciar a Cristo, a todo el mundo. No imponer nada, pero si proponerlo, No imponemos pero si proponemos.

12:58

Si no proponemos, estamos pecando de omisión, un pecado serio es la omisión. Cuando las gentes me vienen y me dicen: - Padre no tengo pecado.

Y yo le respondo: - ¿Cuanto dinero gastas en la Evangelizar?

¡Ha nunca he pensado esto!, contesta él. ¿Cuanto tiempo dedicas en hacer Apostolado? - ¡Padre, nunca he pensado esto!

13:19

Fíjate, un pecado de omisión, grave. Porque Cristo ha mandado Predicar el Evangelio. Cristo ha mandado anunciar a los demás.

13:27

Cuando hoy, recordemos la montaña de Montserrat, y veamos en esas Siete escenas Marianas, relacionadas con los Sacramentos.

13:37

Y veamos que cuando hablan del Orden Sacerdotal, dice que María es el Templo en el que Cristo se hizo Sacerdote.

13:44

Contemplemos a la Madre de Dios, en esa intercepción de Cristo, y a todos los Santos, ayer recordamos a San Isidoro de Sevilla, anteayer a San Marcos, La Intercepción de la Virgen, y de los Santos no es excenta a la de Cristo es en la Misma Intercepción, del Único Sacerdote.

14:03

De Único Mediador, del Único Pontífice. Tenemos tanta seguridad, de que la Carne de Cristo está en el Cielo.

14:11

Como deciamos en la Oración, se asemeja a nosotros, en nuestra carne.

14:16

¿Cómo siendo Dios, igual al Padre?, no nos va a divinizar a cada uno de nosotros.

14:23

Que estamos aquí, o que estamos siguiendo esta Celebración. ¿Cómo Él no nos va a Amar?, si el nos Ama, así.

14:31

Como no amarnos un poco más hoy, los unos a los otros.

14:35

Vamos a pedirle, que esa realidad por el viaje que mañana comienza (18 abril 2017), el Papa. El Papa heróico, mañana tendrá un encuentro importantísimo de amor.

El Patriarca de Constantinopla, el Patriarca de Alejandría y el Obispo de Roma. Los tres en una situación de tremenda dificultad muchas gentes no se atrevería ir ahora a Egipto sin un chaleco antibalas. Por puro amor a la Iglesia Copta, por puro amor a los Cristianos.

15:12

Que sufren en Egipto, en un país que es Tierra Santa, allí estuvo la Sagrada Familia, allí estuvo Jesucristo de Niño.

15:21

Pidamos a Cristo Sacerdote, la Intercepción de los Santos, y la Virgen que protega al Papa.

15:29

Al Patriarca de Constantinopla, Ortodoxo, y al Patriarca de Alejandría, Teodoro II, Copto para que juntos anuncien al mundo la belleza de Cristo....








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