domingo, 25 de enero de 2009

25.01.2009 - Misa en Solemnidad de los Santos Pedro y Pablo




SOLENNITÀ DELLA CONVERSIONE


DI SAN PAOLO APOSTOLO


La conversione di Paolo, che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato (cfr. Rm 5, 20). La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dove egli scopre il mistero della passione di Cristo, che si rinnova nelle sue membra (cfr. At 22, 8). Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: «Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1, 24). Questa celebrazione, già presente in Italia nel secolo VIII, entrò nel calendario romano sul finire del secolo X. Conclude in modo significativo la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ricordando che non c’è vero ecumenismo senza conversione (cfr. Conc. Vat. II, Decreto sull’ecumenismo Unitatis Redintegratio, 7).


I TEMI DELLE «SETTIMANE DI PREGHIERA»
 
1968:«A lode della sua gloria» (Ef 1, 14).
1969:«Chiamati alla libertà» (Gal 5, 13).
1970:«Siamo collaboratori di Dio» (1 Cor 3, 9).
1971:« ... e la comunione dello Spirito Santo» (2 Cor 13, 13).
1972:«Vi do un comandamento nuovo» (Gv 13, 34).
1973:« Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11, 1).
1974:«E tutti confessino che Gesù Cristo è il Signore» (Fil 2, 1-13).
1975:«Ricapitolare in Cristo tutte le cose» (Ef 1, 3-10).
1976:«Chiamati a divenire ciò che siamo» (1 Gv 3, 2).
1977:«La speranza non delude» (Rm 5, 1-5).
1978:«Voi non siete più stranieri» (Ef 2, 13-22).
1979:«Al servizio gli uni degli altri per la gloria di Dio» (1 Pt 4, 7-11).
1980:«Venga il tuo Regno» (Mt 6, 10).
1981:«Un solo spirito, diversi doni, un solo corpo» (1 Cor 12, 3b-13).
1982:«Che tutti trovino la loro dimora in te, Signore» (cfr. Sal 84).
1983:«Gesù Cristo, vita del mondo» (1 Gv 1, 1-4).
1984:«Chiamati all’unità dalla Croce di nostro Signore» (Gv 11, 52b).
1985:«Dalla morte alla vita con Cristo» (Ef 2, 4-7).
1986:« Sarete i miei testimoni» (At 1, 6-8).
1987:«Uniti in Cristo, una nuova creazione» (2 Cor 5, 17—6, 4a).
1988:«L’amore di Dio scaccia la paura» (1 Gv 4, 18b).
1989:«Noi siamo un solo corpo in Cristo» (Rm 12, 5-6a).
1990:«Uniti nella preghiera di Cristo: che tutti siano uno... affinché il mondo creda» (Gv 17, 21).
1991:«Lodate il Signore, popoli tutti» (Sal 116, 1; Rm 15, 5-13).
1992:« Io sono con voi ... Andate dunque» (Mt 28, 19-20).
1993:« Portare il frutto dello Spirito per l’unità dei cristiani» (Gal 5, 22-33).
1994:«La casa di Dio: chiamati ad “avere un cuore solo ed un’anima sola”» (At 4, 32).
1995:«Koinonia: comunione in Dio e tra noi» (Gv 15, 1-17).
1996:«Ascoltate, io sto alla porta e busso» (Ap 3, 14-22).
1997:«Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5, 20).
1998:«Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza» (Rm 8, 26).
1999:«Essi saranno suo popolo ed egli sarà “Dio con loro”» (Ap 21, 1-7).
2000:«Benedetto sia Dio... che ci ha benedetti in Cristo» (Ef 1, 3-14).
2001:« Io sono la via, la verità e la vita » (Gv 14, 1-6).
2002:« In te è la sorgente della vita» (Sal 36, 6-10).
2003:«Un tesoro in vasi di creta » (2 Cor 4, 7).
2004:« Io vi lascio la mia pace» (Gv 14, 23-31).
2005:«Cristo, unico fondamento della Chiesa» (1 Cor 3, 1-23).
2006:«Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 18-20).
2007:«Fa sentire i sordi e fa parlare i muti» (Mc 7, 31-37).
2008:«Pregate continuamente» (1 Ts 5, 17).
2009:«Che formino una cosa sola nella tua mano» (Ez 37, 17).


LA SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
 
L’UNITÀ DEI CRISTIANI È INFRANTA
 
Coloro che professano di appartenere a Cristo e sono stati battezzati nell'acqua e nello Spirito, sono divisi:
 
V secolo:a seguito dei Concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451), le Chiese assira o persiana, copta, sira, etiope ed armena si sviluppano in modo autonomo interrompendo la piena comunione con il resto della cristianità.
 
XI secolo:Oriente ed Occidente cristiani non sono più in comunione tra loro.
 
XVI secolo:la divisione si estende alla Chiesa d'Occidente, prima al mondo germanico con la Riforma protestante (1517), e successivamente nel mondo anglosassone con l'Atto di Supremazia della Chiesa d'Inghilterra (1534).
 
Attraverso
i secoli:
ingiustizie, lotte, violenze, soprattutto indifferenza, ignoranza, atteggiamenti ostili fra centinaia di milioni di cattolici, protestanti, ortodossi e anglicani.
 
Oggi:i cristiani vogliono annunciare Cristo al mondo, ma le loro voci non s’accordano per proclamare il messaggio d’amore e di pace. Essi si presentano divisi. Come potranno gli uomini riconoscere la Buona Novella?
 
Abbiamo preso coscienza di questo scandalo?
 


L'UNITÀ DEI CRISTIANI È DI NUOVO IN CAMMINO

«Ora, il Signore dei secoli, il quale con sapienza e pazienza persegue il disegno della sua grazia verso di noi peccatori, in questi ultimi tempi ha incominciato a effondere con maggiore abbondanza nei Cristiani tra loro separati l’interiore ravvedimento e il desiderio dell’unione. Moltissimi uomini in ogni dove sono stati toccati da questa grazia, e anche tra i nostri fratelli separati è sorto, per grazia dello Spirito Santo, un movimento ogni giorno più ampio per il ristabilimento dell’unità di tutti i Cristiani. A questo movimento per l’unità, chiamato ecumenico, partecipano quelli che invocano la Trinità e professano la fede in Gesù Signore e Salvatore, e non solo singole persone, ma anche riunite in comunità, nelle quali hanno ascoltato il Vangelo e che i singoli dicono essere la Chiesa loro e di Dio. Quasi tutti però, anche se in modo diverso, aspirano alla Chiesa di Dio una e visibile, che sia veramente universale e mandata a tutto il mondo, perché il mondo si converta al Vangelo e così si salvi per la gloria di Dio».

(Concilio Vaticano II, Decreto sull’ecumenismo
Unitatis Redintegratio, 1)


CHE COSA DOBBIAMO FARE?

Il cammino comune dei cristiani verso l’unità dipende: da una presa di coscienza delle separazioni, dalla sofferenza che queste provocano in noi, dal rispetto dell’uno per l’altro, dalla conoscenza, dalla stima e dall’amore dei valori cristiani in cui vive la propria Chiesa, dal rinnovarsi di ogni Chiesa e di ognuno di noi, in un autentico impegno nella fede e nella santità, da attività comuni al servizio degli altri. Tutto ciò può progressivamente realizzare un «ecumenismo della vita», che sostenga i dialoghi teologici ufficiali tra le Chiese e Comunità ecclesiali per il ristabilimento della comunione tra tutti i battezzati. In questo impegno che, come afferma il Concilio Vaticano II, riguarda tutti indistintamente, il primato spetta alla preghiera, unanime e incessante, personale e comunitaria, per invocare in dono dell’unità.


«CHE FORMINO UNA COSA SOLA NELLA TUA MANO» Ez 37, 17

Il tema per la preghiera dell’unità dell’anno 2009 è stato proposto da un gruppo ecumenico della Corea, che partendo dallo stato di divisione della loro patria e dalle divisioni tra cristiani ivi presenti, ha suggerito come testo-base la visione simbolica e profetica di Ezechiele (Ez 37, 15-28). In seguito il Comitato Misto Internazionale per la preghiera — composto da rappresentanti del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese—ha riveduto il primo progetto e gli ha conferito le caratteristiche necessarie per una divulgazione internazionale.

1.  Nella visione profetica, il Signore chiede a Ezechiele di prendere due bastoni, in uno scriverà il nome di Giuda e delle tribù unite a lui, nell’altro scriverà il nome di Giuseppe e di tutte le altre tribù d’Israele. Quindi gli ordina: «Accostali l’uno all’altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa sola nella tua mano» (Ez 37, 17). E quando i compatrioti chiederanno il significato, Ezechiele, dovrà trasmettere ciò che il Signore gli ha detto: «Ecco, io prendo il legno di Giuseppe e lo metto sul legno di Giuda per farne un legno solo; diventeranno una cosa sola in mano mia» (Ez 37, 19). Il Signore ne dà una spiegazione più precisa: «Ecco, io prenderò gli Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro paese: farò di loro un solo popolo nella mia terra» (Ez. 37, 21). Il tema della dispersione e della riunione è trasparente. Ed è applicato analogicamente alla situazione dei cristiani divisi che il Signore chiama e conduce all’unità.

Nella pagina biblica si trova un altro elemento essenziale per il movimento ecumenico. La dispersione ha introdotto impurità, ha causato infedeltà, ha generato imperfezioni, ha messo gli Israeliti a contatto con l’idolatria. Il Signore dice a Ezechiele: «Li libererò da tutte le loro infedeltà di cui si sono resi colpevoli. Li purificherò. Essi saranno il mio popolo ed io sarò il loro Dio» (Ez 37, 23). La profezia può quindi essere letta in vista della ricomposizione dell’unità dei cristiani. Il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II aveva chiaramente affermato: «Ecumenismo vero non c’è senza interiore conversione, perché il desiderio dell’unità nasce e matura dal rinnovamento della mente, dall’abnegazione di se stesso e dal pieno esercizio della carità » (UR, 7).

2.  Il tema si pone in una prospettiva di speranza. Dio non abbandona il suo popolo. Anzi, nel tempo della distretta, prende l’iniziativa per la sua liberazione e il suo raduno, nell’unità ristabilita, nella propria terra. Attraverso il suo inviato, Ezechiele, con un atto simbolico che colpisce l’immaginazione, rivela il suo piano di salvezza, e ravviva la speranza nel suo popolo con una visione di pacificazione: «Farò con loro un’alleanza di pace» e di comunione: «In mezzo a loro sarà la mia dimora». Una analoga prospettiva di speranza vuole suscitare il tema di questa settimana di preghiera, cioè di rinnovata fiducia dei cristiani nel Signore che è venuto al mondo e che «doveva» morire sulla croce per radunare i figli dispersi.

Questa speranza si fonda su alcuni elementi fondamentali. Innanzitutto sulla nascita stessa del movimento ecumenico che è « sorto per grazia dello Spirito Santo» e che diventa «ogni giorno più ampio» (UR 1). In secondo luogo la speranza è sostenuta dalla preghiera stessa di Gesù Cristo che rimane l’ispirazione profonda di ogni preghiera per l’unità dei cristiani. Il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II è stato esplicito. Il Santo Concilio si dichiara ben conscio che l’opera del ristabilimento della piena unità dei cristiani «supera le forze e le doti umane»,maafferma con vigore che «ripone tutta la sua speranza nell’orazione di Cristo per la Chiesa, nell’amore del Padre per noi e nella forza dello Spirito Santo» (UR 24). Il Concilio dichiara anche che non si tratta di un qualche evanescente ottimismo ma della certezza della fede: «La speranza non inganna» (Rom 5, 5).

Un’analisi sui frutti già raggiunti dal movimento ecumenico rafforza lo spirito positivo con cui vanno affrontate le altre fasi, certamente più ardue. Per ora si può constatare che la situazione tra i cristiani è completamente diversa da quella che essi sperimentavano prima del Concilio Vaticano II con cui la Chiesa cattolica si è ufficialmente impegnata nel movimento ecumenico conferendogli un impulso decisivo, nelle relazioni, nelle problematiche affrontate nei dialoghi bilaterali e nei traguardi raggiunti tanto con le Chiese d’Oriente quanto con le Comunità ecclesiali di Occidente. Nell’enciclica sull’impegno ecumenico Giovanni Paolo II ne ha dato una lettura autorevole: «È la prima volta nella storia che l’azione in favore dell’unità dei cristiani ha assunto proporzioni così grandi e si è estesa ad un ambito così vasto». Ed ha aggiunto: «Uno sguardo d’insieme degli ultimi trent’anni fa meglio comprendere molti dei frutti di questa comune conversione al Vangelo di cui lo Spirito di Dio ha fatto strumento il movimento ecumenico» (Ut Unum Sint, 41). Il Santo Padre Benedetto XVI non ha mancato di incoraggiare tanto il dialogo della carità quanto il dialogo teologico. Recentemente, alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani (18 dicembre 2008) sul tema «Ricezione e futuro del dialogo ecumenico» ebbe a dire: «Ringraziamo il Signore per i significativi passi in avanti compiuti».

3.  Questi progressi vanno applicati e verificati nella realtà concreta. L’indicazione operativa che proviene dalla visione di Ezechiele è quella di « accostare l’uno all’altro» in modo da fare «un legno solo», e cioè da formare «una cosa sola» (Ez 37, 17). I temi suggeriti per gli otto giorni si riferiscono appunto all’azione comune tra i cristiani nella situazione concreta del mondo di oggi.

Le problematiche trattate negli otto giorni si possono sintetizzare in tre gruppi: la divisione dei cristiani, le questioni sociali dominanti, il contesto interreligioso.

a)  La questione della divisione tra i cristiani viene affrontata in particolare nel primo giorno in cui si considerano «le comunità cristiane di fronte a vecchie e nuove divisioni». Il tema ovviamente trova risonanze in tutti gli altri giorni. Sono note le grandi divisioni storiche, fra cattolici e ortodossi e fra cattolici e protestanti. Esse sono oggetto di dialogo e su molte di esse si sono trovate positive convergenze. Ma permangono ancora i motivi di fondo delle divisioni. In più la situazione attuale presenta «nuove divisioni» che si constatano tanto fra le Chiese ortodosse quanto nel mondo protestante, nuove frammentazioni e emergenza di nuove problematiche etiche con gravi dissensi. Il dialogo ecumenico ne deve tenere conto approfondendo la ricerca.

b)  Le questioni sociali dominanti richiedono una cooperazione fattiva tra i cristiani mettendo insieme gli elementi comuni per una testimonianza comune e un concorde annuncio del messaggio cristiano. L’ampia problematica viene affrontata in cinque giorni, dal secondo al sesto giorno. L’impostazione è sempre la stessa per ciascun giorno: come si situano i cristiani di fronte ai vari problemi, di fronte alla guerra e alla violenza, di fronte alle ingiustizie, di fronte alla crisi ecologica, di fronte alle discriminazioni e alla sofferenza. Il tutto è sempre, giorno per giorno, sotto lo slogan: «Essere riuniti nella tua mano». La cooperazione tra i cristiani è stata proposta e ecumenicamente valorizzata dal decreto del Concilio Vaticano II sull’ecumenismo: «La cooperazione di tutti i cristiani esprime vivamente quella unione che già vige tra di loro ». Inoltre «da questa cooperazione i credenti in Cristo possono facilmente imparare come si appiani la via verso l’unità» (UR 12).

c)  I cristiani di fronte alla pluralità delle religioni trovano un campo nuovo in cui esplicare la loro testimonianza comune di fede nella Trinità e in Gesù Cristo Signore e Salvatore del mondo. Le relazioni con le altre religioni sono avvertite come indispensabili nel nostro tempo nel duplice scopo di affermare valori comuni (trascendenza, principi di convivenza pacifica, opzioni fondamentali di etica, ecc.) e, inoltre, di cercare insieme come evitare quei conflitti che sorgono per altri interessi ma che strumentalizzano le religioni per creare contrapposizioni tra i popoli. I cristiani hanno un messaggio comune specifico da presentare nel dialogo con le altre religioni.

4.  Infine l’ottavo giorno è quasi la sintesi dell’intera riflessione di quest’anno per la preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema del giorno presenta una formulazione sintomatica ed efficace: «Proclamazione cristiana della speranza in un mondo di separazione». Nel nostro mondo e nel nostro tempo, segnato da separazioni e conflitti, tra i cristiani, tra le religioni, tra i popoli, i cristiani sono chiamati a «proclamare» la speranza cristiana che il testo di Ezechiele ripropone ricordando che il Signore assicura: «Li libererò », «Li purificherò», «Li unirò», «Stabilirò il mio santuario in mezzo a loro per sempre».

Il commento proposto per questo ultimo giorno, riassumendo l’orientamento generale, afferma: «Quando i cristiani si riuniscono per pregare per l’unità sono motivati e sostenuti da questa speranza».


DATE IMPORTANTI NELLA STORIA DELLA PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
 
ca. 1740:In Scozia, nascita di un movimento pentecostale con legami in Nord America, il cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a pregare per e con tutte le chiese. Il predicatore evangelico Jonathan Edwards invita ad un giorno di preghiera e di digiuno per l’unità, affinché le chiese ritrovino il comune slancio missionario.
 
1820:Il rev. James Haldane Stewart pubblica «Suggerimenti per l’unione generale dei cristiani per l’effusione dello Spirito» (Hints for the General Union of Christians for the Outpouring of the Spirit).
 
1840:Il rev. Ignatius Spencer, anglicano entrato poi in piena comunione con la Chiesa cattolica, propone di istituire «L’Unione di preghiera per l’unità».
 
1867:Nel Preambolo alle sue risoluzioni, la prima assemblea dei vescovi anglicani a Lambeth sottolinea l’importanza della preghiera per l’unità, ribadita anche nelle successive assemblee.
 
1894:Papa Leone XIII, in vari documenti, incoraggia la pratica dell’«Ottavario di preghiere per l’unità» nel contesto della Pentecoste.
 
1902:Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Ioachim III scrive l’Enciclica patriarcale e sinodale Lettera irenica in cui invita a pregare per l’unione dei credenti in Cristo.
 
1908:Il rev. Paul Wattson istituisce, e celebra per la prima volta a Graymoor (New York), un «Ottavario di preghiera per l’unità» (Chair of Unity Octave), dal 18 al 25 gennaio, auspicando che divenga pratica comune.
 
1926:Il movimento Fede e Costituzione inizia la pubblicazione dei «Suggerimenti per l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani» (Suggestions for an Octave of Prayer for Christian Unity).
 
1935:L’abate Paul Couturier, in Francia, promuove la «Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani» basata sulla preghiera per «l’unità voluta da Cristo, con i mezzi voluti da lui».
 
1958:Il Centre Ecuménique Unité Chrétienne di Lione, Francia, inizia la preparazione del materiale per la Settimana di preghiera in collaborazione con la commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese.
 
1964:A Gerusalemme, il papa Paolo VI e il patriarca Athenagoras I pregano insieme la preghiera di Gesù «che siano tutti una cosa sola» (Gv 17, 21).
 
1964:Il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II, sottolinea che la preghiera è l’anima del movimento ecumenico, ed incoraggia l’osservanza della Settimana di preghiera.
 
1966:La commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese ed il Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani (attuale Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani) decidono di preparare congiuntamente ogni anno il testo ufficiale della Settimana di preghiera.
 
1968:Per la prima volta la Preghiera per l’unità viene celebrata in base al testo elaborato in collaborazione tra Fede e Costituzione e il Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani (attuale Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani).
 
1975:La Preghiera per l’unità si basa, per la prima volta, su un testo preparato da un gruppo ecumenico locale, australiano; il testo verrà in seguito sottoposto alla commissione Fede e Costituzione e al Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani (attuale Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani).
 
1988:Il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità viene utilizzato in occasione della celebrazione inaugurale della fondazione della Federazione cristiana in Malesia (The Christian Federation of Malaysia), organismo di collegamento fra le maggiori confessioni cristiane del paese.
 
1996:Il testo viene redatto con la partecipazione di due organizzazioni ecumeniche laiche: l’Associazione cristiana della gioventù maschile (Young Men Christian Association, YMCA) e l’Associazione cristiana della gioventù femminile (Young Women Christian Association, YWCA).
 
2004:Viene stipulato un accordo che giova molto al rafforzamento della collaborazione: il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità viene prodotto e pubblicato congiuntamente, con formato unico per le versioni inglese e francese, dalla commissione Fede e Costituzione (Consiglio ecumenico delle chiese) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Chiesa cattolica).
 
2008:Viene celebrato solennemente, in tutto il mondo, con varie iniziative, il primo centenario della Settimana di preghiera per l’unità, il cui tema «Pregate continuamente» (1 Ts 5, 17) manifesta la gioia per i cento anni di comune preghiera e per i risultati raggiunti.
 


Riti di introduzione


Il Santo Padre e i Ministri si avviano all’Altare.

Il Santo Padre, dopo aver venerato l’Altare, canta:



L’assemblea:





Indirizzo di saluto


Il Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani rivolge un indirizzo di saluto al Santo Padre.

Monizione del Santo Padre


Il Santo Padre:

Fratelli e sorelle,
in quest’ora della sera,
nell’anno in cui si celebra il bimillenario
della nascita di San Paolo,
facciamo memoria della sua conversione
sulla via di Damasco.
Insieme al grande Apostolo delle genti,
animati dallo Spirito Santo,
contempliamo il volto del nostro Salvatore
che ci raduna nel suo nome.

Eleviamo la nostra unanime preghiera al Padre
perché possiamo diventare una cosa sola
nella sua mano (cfr Ez 37, 17).

Inno


La schola:



L’assemblea:



La schola:

3.  O magnum Pauli meritum!
Cælum conscendit tertium,
audit verba mysterii
quæ nullus audet eloqui.

L’assemblea:



La schola:

5.  Micantis more lampadis
perfundit orbem radiis;
fugat errorum tenebras,
ut sola regnet veritas.

L’assemblea:



Salmodia


I SALMO


1. Antifona

La schola: 1 Cor 3, 6



Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma Dio ha dato la crescita, alleluia.

I salmi e il cantico sono cantati alternativamente dalla schola e dall’assemblea.

SALMO 115


Tono VIII g

Credidi, etiam cum locutus sum: * «Ego humiliatus sum nimis».

Tono VIII g

Ho creduto anche quando dicevo: * «Sono troppo infelice».





Ho detto con sgomento: * «Ogni uomo è inganno».

Quid retribuam Domino * pro omnibus, quæ retribuit mihi?

Calicem salutaris accipiam * et nomen Domini invocabo.

Vota mea Domino reddam * coram omni populo eius.

Pretiosa in conspectu Domini * mors sanctorum eius.

O Domine, ego servus tuus, * ego servus tuus et filius ancillæ tuæ.

Dirupisti vincula mea: tibi sacrificabo hostiam laudis * et nomen Domini invocabo.


Vota mea Domino reddam * coram omni populo eius,

in atriis domus Domini, * in medio tui, Ierusalem.

Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.

Sicut erat in principio, et nunc et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.

Che cosa renderò al Signore * per quanto mi ha dato?

Alzerò il calice della salvezza * e invocherò il nome del Signore.

Adempirò imiei voti al Signore, * davanti a tutto il suo popolo.

Preziosa agli occhi del Signore * è la morte dei suoi fedeli.

Sì, io sono il tuo servo, Signore, * io sono tuo servo, figlio della tua ancella.

Hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode * e invocherò il nome del Signore.

Adempirò imiei voti al Signore * davanti a tutto il suo popolo,

negli atri della casa del Signore, * in mezzo a te Gerusalemme.

Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.



Ant.  Ego plantavi, Apollo rigavit,
Deus autem incrementum dedit, alleluia.

Pausa di silenzio per la preghiera personale.

II SALMO


2. Antifona

La schola: 2 Cor 12, 9



Mi glorio della mia debolezza, perché abiti in me la potenza di Cristo.

SALMO 125


Tono VIII g

In convertendo Dominus captivitatem Sion, * facti sumus quasi somniantes.

Tono VIII g

Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, * ci sembrava di sognare.





Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, * la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.


Tunc dicebant inter gentes: * «Magnificavit Dominus facere cum eis».

Magnificavit Dominus facere nobiscum; * facti sumus lætantes.

Converte, Domine, captivitatem nostram, * sicut torrentes in austro.

Qui seminant in lacrimis, * in exsultatione metent.

Euntes ibant et flebant * semen spargendum portantes;

venientes autem venient in exsultatione * portantes manipulos suos.

Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.

Sicut erat in principio, et nunc et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.

Allora si diceva tra i popoli: * « Il Signore ha fatto grandi cose per loro».

Grandi cose ha fatto il Signore per noi, * ci ha colmati di gioia.

Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, * come i torrenti del Negheb.

Chi semina nelle lacrime * mieterà con giubilo.


Nell’andare, se ne va e piange, * portando la semente da gettare,

ma nel tornare, viene con giubilo, * portando i suoi covoni.

Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.



Ant.  Libenter gloriabor in infirmitatibus meis,
ut inhabitet in me virtus Christi.

Pausa di silenzio per la preghiera personale.

CANTICO


3. Antifona

La schola: 1 Cor 15, 10



La grazia di Dio in me non fu vana; la grazia di Dio non mi abbandona.

EF 1, 3-10

Tono IV e

Benedictus Deus et Pater Domini nostri Iesu Christi, * qui benedixit nos in omni benedictione spiritali in cælestibus in Christo,

Tono IV e

Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, * che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.





In lui ci ha scelti prima della consacrazione del mondo per trovarci al suo cospetto * santi e immacolati nell’amore.


Qui prædestinavit nos in adoptionem filiorum per Iesum Christum in ipsum, * secundum beneplacitum voluntatis suæ,

in laudem gloriæ gratiæ suæ, * in qua gratificavit nos in Dilecto, a lode e gloria della sua grazia, * che ci ha dato nel suo Figlio diletto.


secundum divitias gratiæ eius, qua superabundavit in nobis * in omni sapientia et prudentia

notum faciens nobis mysterium voluntatis suæ, * secundum beneplacitum eius,

quod proposuit in eo, * in dispensationem plenitudinis temporum:

recapitulare omnia in Christo, * quæ in cælis et quæ in terra.


Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.

Sicut erat in principio, et nunc et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.

Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, * secondo il beneplacito del suo volere,

in quo habemus redemptionem per sanguinem eius, * remissionem peccatorum,

In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, * la remissione dei peccati,

secondo la ricchezza della sua grazia. Dio l’ha abbondantemente riversata su di noi * con ogni sapienza e intelligenza,

poiché egli ci ha fatto conoscere * il mistero del suo volere,

il disegno di ricapitolare in Cristo tutte le cose, * quelle del cielo come quelle della terra.

Nella sua benevolenza lo aveva in lui prestabilito * per realizzarlo nella pienezza dei tempi.

Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.



Ant.  Gratia Dei in me vacua non fuit,
sed gratia eius semper in me manet.

Pausa di silenzio per la preghiera personale.

Lettura breve


Un lettore:

Ascoltate la Parola di Dio
dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi. 15, 9-10

Io sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.


Breve pausa di silenzio.

Un lettore:

Ascoltate la Parola di Dio dal libro del profeta Ezezhiele. 37, 15-23

Mi fu rivolta questa parola del Signore: « Figlio dell’uomo, prendi un legno e scrivici sopra: “Giuda e i figli d’Israele uniti a lui”; poi prendi un altro legno e scrivici sopra: “Giuseppe, legno di Èfraim, e tutta la casa d’Israele unita a lui”. Accostali l’uno all’altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa sola nella tua mano. Quando i figli del tuo popolo ti diranno: “Ci vuoi spiegare che cosa significa questo per te?”, tu dirai loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prendo il legno di Giuseppe, che è in mano a Èfraim, e le tribù d’Israele unite a lui, e lo metto sul legno di Giuda per farne un legno solo; diventeranno una cosa sola in mano mia.

Tieni in mano sotto i loro occhi i legni sui quali hai scritto e di’ loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni. Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio».


Omelia


Il Santo Padre tiene l’omelia.

Segue una pausa di silenzio per la riflessione personale.

Responsorio breve






R.  Li hai posti come capi * in mezzo al tuo popolo.
Li hai posti come capi in mezzo al tuo popolo.

V.  Faranno ricordare il tuo nome, Signore,
in mezzo al tuo popolo.

V.  Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Li hai posti come capi in mezzo al tuo popolo.

Cantico della Beata Vergine Maria


Durante il canto del «Magnificat», il Santo Padre infonde l’incenso nei turiboli e due Diaconi incensano la Croce, l’Altare, il Santo Padre e l’assemblea.

Antifona

La schola:



Paolo, apostolo del Vangelo e maestro dei popoli, prega per noi Dio che ti ha scelto.

La schola e l’assemblea cantano alternativamente le strofe.

MAGNIFICAT


Esultanza dell’anima nel Signore

Lc 1, 46-55


Tono VIII g

1.  Magnificat * anima mea Dominum.

Tono VIII g

1.  L’anima mia magnifica il Signore.





2.  E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.

3.  Quia respexit humilitatem ancillæ suæ. * Ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes.

4.  Quia fecit mihi magna, qui potens est, * et sanctum nomen eius.

5.  Et misericordia eius in progenies et progenies * timentibus eum.


6.  Fecit potentiam in brachio suo, * dispersit superbos mente cordis sui.

7.  Deposuit potentes de sede * et exaltavit humiles.

8.  Esurientes implevit bonis * et divites dimisit inanes.

9.  Suscepit Israel puerum suum, * recordatus misericordiæ.

10.  Sicut locutus est ad patres nostros, * Abraham et semini eius in sæcula.

11.  Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.


12.  Sicut erat in principio, et nunc et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.

3.  Perché ha guardato l’umiltà della sua serva. * D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

4.  Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente * e Santo è il suo nome.

5.  Di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono.

6.  Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore.

7.  Ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili.

8.  Ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote.

9.  Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia.

10.  Come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

11.  Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo.

12.  Come era nel principio, e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen.



Ant.  Sancte Paule apostole, prædicator veritatis et doctor gentium,
intercede pro nobis ad Deum, qui te elegit.

Intercessioni


Il Santo Padre:

Edificati sul fondamento degli apostoli
per formare il tempio vivo di Dio,
preghiamo con fede:

Il cantore:

L’assemblea ripete:  Ricordati, Signore, della tua Chiesa.

Padre, tu hai voluto che gli apostoli fossero i primi testimoni del Figlio tuo risorto,

——  concedi a noi di essere testimoni della sua risurrezione  R.

Tu, che hai mandato il tuo Figlio a portare il lieto annunzio ai poveri,

——  fa’ che il Vangelo sia predicato a tutti gli uomini  R.

Tu, che hai mandato il tuo Figlio per seminare nei solchi dell’umanità il seme della tua parola,

——  concedi una messe abbondante agli operai del Vangelo  R.

Tu che nel tuo Figlio ci hai radunati da ogni popolo e nazione,

——  concedi a tutti i credenti in Cristo di formare una cosa sola nella tua mano  R.

Hai sacrificato il tuo Figlio per riconciliare il mondo a te,

——  fa’ che tutti cooperiamo generosamente alla tua opera di riconciliazione e di pace  R.

Hai costituito il Cristo re dell’universo innalzandolo accanto a te nella gloria,

——  accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti  R.

Preghiera del Signore


Il Santo Padre:

Rinnoviamo ogni nostra lode a Dio e ogni nostra domanda con l’orazione del Signore:

L’assemblea:







Orazione conclusiva


Il Santo Padre:

Deus, qui universum mundum beati Pauli apostoli prædicatione docuisti, da nobis, quæsumus, ut, cuius conversionem hodie celebramus, per eius ad te exempla gradientes, tuæ simus mundo testes veritatis.

Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di camminare sempre verso di te e di essere testimoni della tua verità.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


R.  Amen.



Benedizione


Il Santo Padre:

Dominus vobiscum.

R.  Et cum spiritu tuo.

V.  Sit nomen Domini benedictum.

R.  Ex hoc nunc et usque in sæculum.

V.  Adiutorium nostrum in nomine Domini.

R.  Qui fecit cælum et terram.

V.  Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus.

R.  Amen.

Il Santo Padre:

Il Signore sia con voi.

R.  E con il tuo spirito.

V.  Sia benedetto il nome del Signore.

R.  Ora e sempre.

V.  Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

R.  Egli ha fatto cielo e terra.

V.  Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

R.  Amen.



Congedo


Il Diacono:









Indice de MISAS desde ROMA - ANUALES